LU


L’essenza del freelance, quando

“lucenti lame ricurve squarciano le cortecce
ed affondano crudeli nel lobo occipitale
alla ricerca del talamo e della amigdala
lacerando ogni tessuto”

fondamento della creatività
che in piena notte ti fa svegliare
e ti mostra l’immagine della realtà
per il “clic” al quale da tempo già pensavi. 

E non scrivo di fotografia,
neanche di automobili.

Di vita,
tra Essere ed apparire.
Ciò che non è.

Credo nella frase pirandelliana
a proposito di maschere.
Oggi mi chiedo chi è più falso,
colui che racconta
o
colui che fa finta di credere
in ciò che ascolta.

E non uso verbi dubitativi.

Mi è piaciuto riscrivere
quel fatto con tante emozioni,
tutte per me.
Come sempre.
Tutto qui e per quel che vale.

Aggiornato,
qui ci sian solo i ricordi
che mi piacciono.
Di quelli che non mi piacciono
è piena la mente.

Ma quelle luci così vicine che mi è sembrato aver a portata di punta di dita, di toccare con un dito, così lente sotto le stelle… irripetibile, indimenticabile.

Credo che mai un altro treno stellare di Elon Musk passi da quelle parti. Per quanti lanci faccia dalla California, di lì partiva, nessuno passerà sotto le stelle tra Abruzzo e Lazio.

Io lo posso chiamare solo Kismet.

Kismet e non altro perché l’origine araba lascia spazio a fiabe come “Le mille ed una notte”.

Ho visto il deserto, quello vero.

So cosa si intende per sognare.

L’Harmattan è un vento del deserto tra Mauritania ed Oceano Atlantico. Di Harmattan ne ho scritto e descritto in uno dei miei, tanti, tantissimi, racconti che ho pubblicato in giro tra le mie pagine online.
Sotto le raffiche di Harmattan sta “Lui”.
Impegnato da dentro l’abitacolo di un Hummer in mezzo al deserto in operazioni finanziare di trasferimenti fondi per comprare “oggetti”.
Mentre una palla di fuoco dipinge d’arancione l’orizzonte di sabbia lasciando spazio all’indaco e poi al blu, poi al nero. Infine alle Stelle.
E “Lui” pensa.
Pensa alla bellezza.
Pensa ai desideri, ai sogni, alle piccole cose mai avute.
Come una mano nella mano, un tavolo davanti al mare.
E perdersi in occhi felici.
Sorridenti.
“Lui”.
Il mio protagonista.
Un Uomo capace di sognare.
Ma “Lui” è la tenebra abissale del romanzo.
Autobiografico?
No.
Dei desideri, dei sogni?
Sì.
I sogni, però, non sono roba terrena.
Infatti:
Non ho mai cercato
braccia che m’accogliessero,
un letto dove dormire,
una tavola dove mangiare,
una casa dove abitare.
Cercavo la cosa più rara.
Una mente che mi catturi.
Era un sogno.
La vita mi ha spiegato che i sogni non esistono.
see you, bye, bye.

Voglio essere in errore.

Ne ho fatti tanti di errori,
uno più uno meno.

E non scrivo di automobili.

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